La culla dei vaccini
Pubblicato su Forbes Italia – Agosto 2020
di Enzo Argante
La scaleup senese Achilles Vaccines è impegnata nello sviluppo di biofarmaci ad alto contenuto tecnologico. Ha ricevuto 46 milioni di euro, il più grande finanziamento per una società italiana biotech, per combattere la malaria e altre malattie infettive come il Covid-19
Siena capitale italiana dei vaccini. Grazie al finanziamento da parte di Eu Malaria Fund e di Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Achilles Vaccines, impegnata nello sviluppo di vaccini e biofarmaci ad alto contenuto tecnologico, si conferma protagonista internazionale nell’area life sciences. Quattro i progetti di ricerca finanziati con 46 milioni di euro in cinque anni, di cui 10,8 subito: tre sulla malaria e altre malattie infettive e uno sul nemico pubblico numero uno, Covid-19.
L’investimento rappresenta il più cospicuo seed financing mai assegnato a una società italiana in ambito biotech. Il progetto principale è MalOMVax, con cui l’azienda intende sviluppare un vaccino per la malaria in grado di attivare immunità contro più antigeni del parassita e quindi di fornire una protezione ampia e di lunga durata. La scaleup, incubata presso Toscana Life Sciences, avrà anche la possibilità di partecipare al processo di sviluppo dell’anticorpo monoclonale contro Sars-CoV-2 grazie al progetto MAbCo19 condotto da un team di ricerca coordinato da Rino Rappuoli e che ha da poco completato la fase di discovery.
L’azione dell’azienda senese è efficace su più fronti, anche su quello della sostenibilità: “Stiamo mettendo a punto una versatile piattaforma tecnologica per lo sviluppo di vaccini sostenibili, in tempi rapidi e con bassi costi di produzione”, spiega Riccardo Baccheschi, ceo di Achilles Vaccines. “L’ingegnerizzazione batterica ci consente di produrre ad alta resa, particelle altamente immunogeniche e sicure, in grado di esprimere diversi tipi di antigeni consentendo in questo modo alla piattaforma di essere utilizzata per sviluppare qualsiasi tipo di vaccino: contro batteri, virus, parassiti e anche tumori. Soprattutto questa piattaforma è lo strumento ideale per contrastare il fenomeno dell’antibiotico-resistenza. È questo ciò che definiamo l’approccio plug and play al disegno dei vaccini del futuro. Il finanziamento ricevuto da Eu Malaria Fund ci consentirà di lavorare non solo sul fronte malaria, ma anche su progetti di ricerca che riguardano altre malattie infettive”.
Eu Malaria Fund è un nuovo strumento di finanziamento finalizzato alla riduzione dei rischi nel processo di sviluppo di nuovi farmaci. Il fondo finanzia le società innovative attraverso venture capital: prestiti che verranno rimborsati in caso di successo del prodotto o rimessi in caso di fallimento. Unisce investimenti provenienti, tra gli altri, da: Unione Europea, Investitionsbank Berlin, Bill & Melinda Gates Foundation, Banca europea degli investimenti, Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Foundation for Innovative New Diagnostics e Novartis Ag. È gestito dal Gruppo Ibb, la banca pubblica di promozione dello Stato federale di Berlino ed è stato avviato dalla Kenup Foundation. Attualmente sostiene 27 progetti di ricerca scientifica indipendente, presentati da 11 aziende europee selezionate; 21 progetti sono focalizzati sulla malaria, i restanti sei su altre importanti patologie infettive come Covid-19.
Per quanto riguarda il progetto MabCo19, che vede Achilles Vaccines partner di Fondazione Toscana Life Sciences, è possibile isolare anticorpi neutralizzanti a partire dai rispettivi linfociti B. Fra questi anticorpi si possono selezionare quelli più potenti utilizzabili per due scopi: per lo sviluppo su scala industriale di anticorpi monoclonali terapeutici e per profilassi passiva; per identificare l’antigene relativo da poter usare nel disegno di nuovi vaccini. Questo approccio prende il nome di Next generation reverse vaccinology, con riferimento al lavoro seminale di Rappuoli, che è anche l’inventore della Reverse vaccinology 2.0.
L’anticorpo monoclonale affiancato al vaccino quindi. “È un po’ un ritorno alle strategie del passato”, continua Baccheschi, “quando le aziende protagoniste nei processi di ricerca si occupavano sì dei vaccini, ma anche di quello che c’è attorno alla malattia per individuare in un tempo rimedi profilattici e terapeutici. Un approccio multidimensionale che è stato trascurato negli ultimi decenni puntando tutto sul medicinale, sull’aspetto farmacologico. Ma è arrivato il Covid-19 e le cose sono cambiate drasticamente.
È riconosciuto che il modo migliore per difendersi dalle mutazioni del virus, dai ritorni di fiamma o da altri attacchi futuri è creare una barriera, un’armatura profilattica e farmaceutica’!
Insomma, un riconoscimento importante anche per la capacità dell’azienda di innovare: Achilles è infatti la prima società in ambito vaccinale in Italia a essersi dotata di un laboratorio 4.0, totalmente digitalizzato, per la produzione di vaccini e biofarmaci.
Grazie all’integrazione di strumenti di laboratorio digitali e metodi avanzati di matematica e intelligenza artificiale, prenderà vita un nuovo modello di ricerca e sviluppo preclinico, riducendo drasticamente tempi e costi di sviluppo dei farmaci in un’ottica di maggiore sostenibilità. Il progetto, avviato proprio in queste settimane, è stato finanziato dal ministero dello Sviluppo economico, ed è realizzato in collaborazione con il dipartimento di Biotecnologie, chimica e farmacia dell’Università degli studi di Siena, Imola Informatica e Sis.Ter.
Siena, corsi e ricorsi storici,torna così protagonista del biotech.